E sono 13! Tredicesima manovra in 3 anni. "Noi non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani!.... Adesso lo stesso Berlusconi prova vergogna nel recitare la solita menzogna, facendosi "sanguinare il cuore" di fronte alla manovra che chiamare mazzata può risultare addirittura eufemistico. Al di là del "contributo di solidarietà" richiesto ai "pochi" e "fortunati" italiani che guadagnano 90mila o 150mila euro, il resto sono tagli ai sussidi, ai servizi, agli enti locali. Se andiamo a fare di conto, guadagnando 100mila euro, il 5% sull'eccedenza è il pagamento solidaristico di miseri euro 500 quale contributo alla causa nazionale ed evitare il famigerato e celeberrimo default.
Poco importa adesso ricordare che negli ultimi tre anni "la banda bassotti" che ha guidato il Titanic "Italia" a schiantarsi contro l'iceberg della crisi finanziaria speculativa, ha pensato soltanto al proprio tornaconto personale, proteggendosi normativamente dai processi, pensando avidamente all'arricchimento personale, cercando di mantenere e rafforzare le posizioni di potere raggiunte anche utilizzando strumenti clientelari e tessendo trame ai limiti della liceità nel sottobosco massonico attraversando trasversalmente gli organi istituzionali ed i poteri dello stato.
Nonostante l'ostinazione con la quale il governo rinunci ancora all'utilizzo della tassa sui grandi patrimoni, (in Francia esiste da un paio di lustri, colpisce i patrimoni oltre 1 milione di euro e porta nelle casse dello stato francese circa 4,5 miliardi di euro all'anno), il resto della manovra finanziaria porta in dote la tassazione al 20% delle rendite finanziarie, (sono anni che la invochiamo), l'abolizione delle province con meno di 300.000 abitanti e l'accorpamento dei comuni con meno di 1000 abitanti. In totale circa 50.000 "poltroncine" in meno.
Ma anche non avendo una memoria da elefante, è noto a tutti che, dal giorno del suo ultimo insediamento nel 2008, a parte l'aver "negato" l'esistenza della crisi prima, per continuare poi con la balla dell' "usciamo meglio di altri paesi dalla crisi", questo governo arriva nell'ora della disperazione, del si salvi chi può, cercando di spegnere il fuoco della crisi divampante che avvolge completamente ormai "casa italia", prima che del "bel paese" non rimanga che un cumulo di cenere.
Eppure di segnali d'allarme ne abbiamo sentiti, e tanti: la crisi globale del 2007 con il crack di Lehman Brothers e lo scandalo dei mutui sub prime, il default di Irlanda e Grecia del 2010 ed anche la crisi del 2011 che soffoca stati e mercati con una recessione imprevista ma profonda.
La prima colpa del governo Berlusconi è il non aver compreso fino in fondo la pericolosità del momento, l'aver sottovalutato ingenuamente ma anche con la protervia del folle che l'Italia, prima di altri, a causa dell'enorme debito pubblico, potesse essere soggetta ad attacchi di tipo speculativo. Quella arroganza che compiaciuta torna anche ieri in conferenza stampa scaricando la colpa del dissesto delle finanze italiche a governi lontani decenni, che si perdono nella memoria del tempo, collocati temporalmente tra il 1978 ed il 1992. Da allora Lui non c'era, non ha fatto nulla, non ha responsabilità. Come se non avesse governato Lui negli ultimi 20 anni. Forse il primo vero segno di responsabilità istituzionale (richiesta dalla drammaticità del momento), sarebbe l'assunzione delle colpe che per definizione sono di chi detiene la leadership guidando l'esecutivo e che nella fattispecie sono direttamente imputabili a chi, irresponsabilmente non aveva notato nemmeno il palesarsi della crisi contingente.
Ma di colpe, purtroppo, Berlusconi ed il suo governo ne ha altre e tante.
Il resto della manovra è infatti una scure che taglia impietosamente TFR e straordinari dei dipendenti pubblici e si accanisce contro i pensionati con disincentivi all'anzianità e ritardo dell'età  pensionabile per le donne.
Pagano sempre i soliti noti insomma: dipendenti e pensionati. Per il resto non un incentivo alla crescita, non un sostegno alla produttività (se non lo spostamento al lunedì delle festività non "concordate"), niente rilancio dei consumi. 
E' l'ennesima dimostrazione della inadeguatezza ed incompetenza di un governo e di un premier che fino ad ora ha pensato esclusivamente al proprio interesse personalistico, alla soddisfazione del proprio ego e della propria ossessione, non alle necessità impellenti del paese. E non è nemmeno detto che dopo la tredicesima, non segua una quattordicesima manovra: l'esecutivo sembra davvero "brancolare nel buio". Ricattato da una parte dalla Lega, strattonato dall'altra dalla BCE e da qualche dissidente, stretto nella morsa della crisi finanziaria, imprigionato dalla sua stessa ideologia liberista che, guarda caso, riesce a dare, quando ci riesce,  solo risposte tacciate, fino a ieri, di essere provvedimenti da "statalismo filo sovietico". Silvio se davvero ieri ti "grondava sangue dal cuore", o non si trattava del tuo di cuore o si trattava di sangue di caimano.