Un’altra tegola finanziaria cade su Silvio Berlusconi, questa volta col bollino europeo. La Corte di giustizia Ue ha confermato questa mattina che i contributi italiani per l'acquisto dei decoder digitali terrestri pagati dallo stato e decisi dal governo (Berlusconi) nel 2004 e nel 2005 costituiscono aiuti di stato incompatibile con il   mercato comune.

La massima magistratura comunitaria ha pertanto  respinto l'impugnazione di Mediaset rispetto alla decisione analoga del Tribunale UE che aveva confermato dell'operato della Commissione Ue che aveva bocciato l'intervento dello Stato e ordinato il recupero degli aiuti.

Ora il colosso dellla tv privata italiana dovrà restituire i soldi ottenuti. La decisione solla somma spetta alla magistratura italiana. Stima spannomatrica di oltre 50 milioni. Mediaset dice di averne già pagati 6,1. Sembrano pochi. Si vedrà.

Riassunto delle precedenti puntate. 

Il    processo di conversione dei segnali televisivi al sistema digitale avviato in Italia nel 2001, ricorda la Corte nella sentenza, prevedeva che il passaggio al sistema digitale si concludesse e che la trasmissione in tecnica analogica cessasse definitivamente entro il dicembre del 2006.
La data prevista per la cessazione delle trasmissioni analogiche è stata successivamente rinviata due volte, sino al 30 novembre 2012.

Con la legge finanziaria del 2004, l'Italia ha concesso un contributo pubblico di 150 euro a ogni utente del servizio di radiodiffusione che acquistasse o noleggiasse un apparecchio per la ricezione, in chiaro, dei segnali televisivi digitali terrestri (T-DVB/C-DVB). Il limite di spesa del contributo è stato fissato a 110 milioni. La legge finanziaria del 2005 ha reiterato tale provvedimento nello stesso limite di spesa di 110 milioni, riducendo tuttavia il contributo per ogni singolo decoder  digitale a 70 euro.

A questo punto si muove Mediaset con un ricorso al Tribunale Ue con l'obiettivo di far annullare la decisione della Commissione.
 
Nel giugno del 2010, però, il Tribunale ha respinto il ricorso confermando che il contributo "costituiva un vantaggio economico a favore delle emittenti terrestri, quali Mediaset, in quanto aveva loro consentito di consolidare, rispetto ai nuovi concorrenti, la loro
posizione esistente sul mercato".
 
  Passo successivo di Mediaset l'impugnazione della sentenza davanti alla Corte di giustizia. Oggi la Corte ricorda che, ai fini della valutazione della selettività di una misura, occorre accertare se essa implichi un vantaggio per talune imprese rispetto ad altre collocate in analoga situazione di fatto e giuridica.
 
 Secondo la Corte, Il Tribunale "ha rilevato correttamente che i contributi di cui trattasi
hanno spinto i consumatori all'acquisto di decoder digitali terrestri, limitando i costi per le emittenti televisive digitali terrestri le quali, in tal modo, hanno potuto consolidare la loro posizione sul mercato rispetto ai nuovi concorrenti".
 
 La Corte conferma inoltre che il Tribunale ha correttamente affermato che un aiuto di cui i beneficiari  diretti siano i consumatori può nondimeno costituire un aiuto indiretto agli operatori economici, quali le emittenti televisive in questione. "Giustamente il Tribunale ha inoltre respinto l'argomento della Mediaset secondo cui la Commissione non avrebbe dimostrato la sussistenza di un collegamento tra il contributo e le emittenti di cui trattasi".
 
 La Corte condivide anche il ragionamento del Tribunale secondo cui l'elemento di selettività basato sulle caratteristiche tecnologiche, che favorisce la tecnologia digitale terrestre rispetto a quella satellitare, ha comportato "una distorsione della concorrenza, ragion per
cui la misura di cui trattasi e' incompatibile con il mercato comune".
 
 Inoltre, ritiene corretta l'affermazione del Tribunale per  cui il diritto dell'Unione non impone alla Commissione di  fissare l'importo esatto dell'aiuto da restituire. Al contrario, e' sufficiente che la decisione della Commissione consenta al destinatario stesso di determinare, senza
difficoltà eccessiva, tale importo secondo le modalità previste dall'ordinamento nazionale.
 
 Inoltre, l'obbligo per le autorità nazionali di calcolare l'importo preciso degli aiuti da recuperare deriva dall'obbligo di leale cooperazione che vincola reciprocamente la Commissione e gli Stati membri nell'applicazione delle norme dell'Unione in materia di aiuti di Stato. "Correttamente il Tribunale ha quindi affermato che spetterà al giudice nazionale, laddove venga adito, fissare l'importo dell'aiuto da recuperare sulla base delle indicazioni delle modalità di calcolo fornite dalla Commissione".

Reazioni

Per David Sassoli, capogruppo PD al Parlamento Europeo, "respingendo il ricorso di Mediaset, i giudici europei confermano definitivamente la decisione della Commissione Europea che aveva contestato al governo Berlusconi di avere avvantaggiato le TV del Biscione incentivando con soldi pubblici l'acquisto di decoder digitali terrestri. Si tratta di una sentenza largamente annunciata vista la palese violazione - da sempre denunciata dagli esponenti del PD - della normativa europea in materia di concorrenza. Ancora una volta questa sentenza dimostra come il conflitto di interessi di Berlusconi abbia causato all'Italia anni di malgoverno e di sprechi economici".