Il modello di sviluppo economico attuale basato sul consumo, obbliga  a mantenere costantemente in crescita livelli produttivi e di consumo per garantire dividendi agli azionisti e reddiditivtà dei capitali ai banchieri nelle fasi economiche di crescita ma anche in quelle recessive o di stagnazione, in quanto una contrazione dei consumi, coincidendo con un aumento delle rimanenza di magazzino comporterebbe una diminuzione della capacità di assorbimento dei mercati e conseguentemente un calo della capacità produttiva del settore industriale. 
Tutto ciò determina una diminuzione della domanda di lavoro con ricorso agli ammortizzatori sociali: da un lato si ha una minore capacità di spesa del consumatore, dall'altro un calo della fiducia che determinano un acuirsi della situazione congiunturale recessiva. (Senza considerare l'aggravio di spesa sostenuto dagli Enti Previdenziali).
E' un circolo vizioso che, originato dalla diminuzione dei consumi e del potere di acquisto delle famiglie determina un costante calo delle aspettative sulla fiducia dei consumatori e un calo costante della occupazione lavorativa, determinando di fatto un nuovo periodo congiunturalmente sfavorevole con ulteriore perdita delle capacità di assorbimento di beni materiali dei mercati. Di fatto si determina un livello di output produttivi incostante che non permette la determinazione certa di livelli di efficienza adeguati agli standard produttivi determinando instabilità finanziaria sui mercati di riferimento e discontinuità nella domanda di lavoro.
Se analizziamo a fondo quanto esposto noteremo che è la esatta fotografia della situazione contingente attuale: i livelli di bassi consumi dovuti alla minore capacità di assorbimento dei mercati determinano una stagnazione finanziaria ed economica che non permettono la ripresa della produzione industriale e la domanda di lavoro conseguente rimane bassa.
Questa analisi tiene conto soltanto dell'incidenza delle capacità di assorbimento di beni materiali dei mercati, dei livelli di produzione relativi e dell'incidenza su consumi, fiducia e domanda lavorativa. C'è poi da analizzare anche l'influenza dei mercati finanziari, delle speculazioni dei mercati e delle difficoltà attuali della finanza pubblica a far fronte agli elevati standard qualitativi dei servizi richiesti dal moderno welfare. 
In questo quadro, con un debito pubblico eccessivo come quello dell'Italia una politica fiscale restrittiva, con aumento delle imposte e riduzione della spesa pubblica (come la finanziaria appena approvata) non fa altro che determinare una diminuzione del reddito disponibile con conseguente contrazione della domanda interna, riduzione della domanda di beni e produzione industriale che attraverso il meccanismo del moltiplicatore si riduce. 
Da tutto ciò si evince che gli indicatori economici sono interconnessi in modo biunivoco tanto da influenzare l'intero modello economico, il quale, essendo globalizzato può determinare gravi fasi recessive come appunto quella che stiamo attraversando. E' evidente che  lo sviluppo basato sulla crescita ha dimostrato di accrescere l'ineguaglianza sociale, concentrando ricchezze nelle mani di pochi anziché generare maggior benessere ed aumentare gli standard di vita. Le società attuali, drogate da consumi materiali considerati futili (telefoni cellulari, viaggi aerei, uso costante e non selettivo dell'auto ecc.) non percepiscono, in generale, lo scadimento di ricchezze più essenziali come la qualità della vita, e sottovalutano le reazioni degli esclusi, come la violenza nella periferie o il risentimento contro gli occidentali nei paesi esclusi dallo (o limitati nello) sviluppo economico di tipo occidentale.
Bisogna, invece,  pensare ad un modello di sviluppo e di crescita non basato sul consumo bensì sulle politiche di risparmio: energetico, innanzitutto. Sappiamo che Il funzionamento del sistema economico attuale dipende essenzialmente da risorse non rinnovabili. Abbiamo la necessità di sviluppare le fonti energetiche rinnovabili non soltanto a livello produttivo ed industriale ma anche e soprattutto civico. il rispetto di noi stessi, del prossimo passa attraverso il rispetto dell'ecosistema con il quale quotidianamente ci confrontiamo. E' un modello riproducibile, nel nostro piccolo, da ognuno di noi nella nostra vita. Così capiremo che la ricchezza prodotta dai sistemi economici non consiste soltanto in beni e servizi: esistono altre forme di ricchezza sociale, come la salute degli ecosistemi, la qualità della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, il grado di uguaglianza, il carattere democratico delle istituzioni, e così via. La crescita della ricchezza materiale, misurata esclusivamente secondo indicatori monetari può avvenire a danno di queste altre forme di ricchezza.
Così parafrasando Robert Kennedy: la crescita del PIL non coincide con una crescita di benessere. Facciamo in modo che le energie positive che possiamo e vogliamo spendere siano tese a realizzare uno sviluppo sostenibile, senza sperequazioni sociali mettendo a fuoco che il modello economico più equo è quello che realizza una qualità ed aspettativa di vita migliore.